Vi racconto oggi due interventi: Movimento e rilassamento per
disabili e L’Anima in Movimento. Prima, pero’, alla maniera degli
antichi come gli Indiani d’America, un ringraziamento alla terra :
in questo caso, l’Arca, la base su cui poggiano questi due lavori,
che sono sperimentali, che si sono delineati via via che si
realizzavano. L’Arca mi ha permesso, come una buona madre, di
giocare, e poi di crescere, su questi progetti. E’ questa la
caratteristica dell’associazione, che ti sta vicino senza starti
addosso, ed e’ forse per questo che la’ si respira un’atmosfera
particolare, permeata di affettivita’, di condivisione e di scambio,
un’atmosfera di POSSIBILITA’ che si traduce per esempio in crescita
formativa non soltanto per gli allievi dei corsi, ma per noi
operatori.In questo clima di integrazione, di sincero confronto fra
le nostre diverse abilita’, di non-giudizio, come di certo
spieghera’ meglio il Prof. Rossini nel suo prossimo intervento,
ognuno di noi puo’ sperimentare e sperimentarsi al di la’ del mero
svolgimento di un programma, al di la’ dell’obbiettivo agonistico,
scoprendo ed esprimendo i propri e gli altrui talenti.
Movimento e rilassamento per disabili
Il gruppo e’ formato da 4 donne disabili, da 35 a 50 anni di eta’,
che incontro una volta alla settimana dal 2001, prima in sede da
loro, e dall’anno dopo, inaugurata l’Arca, la’.
La loro diagnosi non e’ vincolante ai fini del lavoro, poiche’ esso
non e’ prettamente riabilitativo, sia perche’ io non sono una
riabilitatrice, sia perche’ il loro corpo e’ continuamente
soggetto-a tecniche riabilitative, e poco soggetto-di esperienze
creative, cosa che invece costituisce un mio obbiettivo. Basti dire
che hanno disabilita’ diverse tra loro. I passi che abbiamo mossi
insieme sono stati :
- valorizzando e sostenendo le capacita’ di ognuno, stimolare la
ricerca delle proprie, originali, modalita’ di compiere un atto,
piuttosto che chiedere al corpo di eseguirlo secondo procedure
standard; l’atto riguardava dapprima l’ambito del quotidiano,
funzionale a promuovare sicurezza ed autonomia ;
- dopo, l’atto si fa piu’ astr - atto, espressivo, in parte gratuito
ed inutile, il gesto come espressione di qualcosa che ci riguarda
intimamente - e si entra cosi’ nell’ambito dell’ uso del corpo in
forme piu’ libere, gratificanti
- in questa ottica, anche l’esperienza del contatto e’ uscita dal
significato contatto-come-sostegno , per perseguire la direzione del
piacere. E’ nata l’esigenza, nelle ragazze, di praticarsi a vicenda
dei massaggi, il piacere sia nel farli, sia nel riceverli. Un giorno
una di loro, che ha difficolta’ nella gestione dell’uso delle mani,
ha trovato da se’ un modo di massaggiare la sua compagna,
sdraiandosi delicatamente sopra di lei.
- e siamo gia’ nel territorio delle emozioni, della loro influenza
sulla postura, sul tono muscolare, il binomio tensione-rilassamento,
e, nell’esperienza, e’ stato per loro evidente vedere questo legame,
e quindi, anche nel quotidiano, utilizzare il rilassamento per
rendere piu’ efficace il movimento.
Molte sono le esperienze di rilassamento che abbiamo fatto, da
elementi del t.a. , a visualizzazioni, i colori dei chakra, la
sofrologia, l’espediente, mutuato da Feldenkreis, di immaginare un
movimento, sentire in sequenza le zone muscolari e articolari
coinvolte, e poi farlo...
- il respiro e’ un’altra parte importante dell’esperienza, e’ una
presenza costante che puo’ rivelarsi ostacolo o aiuto. A piu’
riprese, abbiamo fatto incursioni nel suono e nel canto. Una delle
ragazze ha una vera passione per il canto e per il ritmo, e cosi’ e’
capitato spontaneamente di cantare insieme. Tra l’altro, lei ha
molta difficolta’ a non bloccare il respiro, specie nei momenti
critici e impegnativi, come e’ l’esecuzione di tanti movimenti del
suo quotidiano, e cosi’ il canto ha rappresentato un espediente per
superare questa difficolta’. ( nel feedback lei dira’ : “ questo
lavoro mi fa sentire allegra “ . ) Ci hanno aiutato anche i suoni
dei chakra, nonche’ i suoni corrispondenti alle funzioni degli
organi, mutuati dal qi-gong, entrambi connessi alla visualizzazione
dei relativi colori.
- il gruppo come elemento che stimola e favorisce la crescita.
, e non piu’ solo come elemento fusionale, di riparo, di
cristallizzazione dei ruoli. Loro vivono insieme, ed e’ naturale che
si portino da casa le strette dinamiche del quotidiano. Abbiamo
lavorato, se non a scioglierle, a renderle almeno piu’ elastiche.
Abbiamo camminato nella direzione dell’empatia piuttosto che del
giudizio, di vicinanza senza invasione, di condivisione piuttosto
che di con-fusione - e questo e’ forse lo scoglio piu’ duro
- in itinere, si e’ delineato sempre piu’ chiaramente il bisogno di
autodeterminazione : qualcuno ha cominciato ad esprimere esigenze,
preferenze e rifiuti verso certi esercizi, quindi ad intervenire
attivamente sulla gestione dell’incontro.Come pure, le diverse
esigenze della giornata sono state affrontate in maniera specifica (
per es, oggi ho mal di schiena, lavoriamoci ) e questo significa che
un disagio diventa un’opportunita’ e non ci trova impreparati..
Questo significa che le ragazze sono in contatto con il loro corpo;
che sono determinate ad ascoltarne i bisogni; che sono in grado di
dare a questi una risposta sempre piu’ adeguata. Quando abbiamo
saltato un incontro, la volta successiva mi hanno mostrato come
hanno organizzato il lavoro autonomamente, si sono incontrate, hanno
lavorato insieme, e a turno ognuna ha proposto esercizi da fare. E
anche questo con competenza sempre crescente. Quindi, la nostra
fiducia reciproca ha permesso la creazione di questi momenti di
“autogestione” , nei quali io mi sono fatta da parte in una
silenziosa - e compiaciuta - supervisione. Sempre alla voce
“autodeterminazione”, hanno cominciato a salire da sole sulla
carrozzina, alla fine dell’incontro...
- concentrazione. Piano piano, man mano che l’attenzione veniva
spostata sul se’ piuttosto che sul ruolo, sull’individuazione
piuttosto che sulla fusione, si e’ fatta piu’ profonda la nostra
capacita’ di con-centrazione , intesa anche come direzione di tutti
i sensi su uno stesso focus. E’ stato difficile, e lo e’ ad ogni
incontro,sottrarre il primato espressivo alla parola. La parola
disperde la concentrazione, mentre , nell conc profonda, sono stati
possibili certi movimenti, certe conquiste di cui le ragazze non si
consideravano capaci. Per es, una partecipante non era mai stata a
sedere da sola, ed ora e’ capace di starci per un po’ di secondi,
come e’ capace di alzarsi alla spalliera, di cui l’Arca ci ha dotato.Questo
traguardo non ha un riscontro diretto sulla sua vita quotidiana, ma
dal punto di vista della sua autostima, della fiducia nel suo corpo,
per lei ha significato molto. Un giorno mi ha detto : “ hai presente
come si fa a costruire una casa? Ecco: tu per me sei stata le
fondamenta. Dopo di te ho potuto fare altre cose, fra cui andare a
cavallo “ Sto parlando di questo sotto la voce “ concentrazione “
perche’, lo ripeto, questo e’ stato possibile in un clima
particolare, aiutato da musiche particolari, in gran parte di
Marcello Masi, con le luci basse, con il tono della voce
accattivante, aiutandosi insomma con suggestioni, col frequente
ricorso ad immagini della natura ( una foglia mossa dal vento,
un’onda fra le altre onde ... ) - il corpo e’ l’aspetto della natura
che ci e’ piu’ prossimo - in una dimensione di rilassamento
profondo, con l’induzione di onde cerebrali alfa.. Il “pericolo”
insito nello svolgimento di certi compiti, nel raggiungimento di
certe posture, va affrontato con estrema cautela, con “ coscienza
sensibile “ ; inoltre, la sperimentazione di questa dimensione
ispira un senso di sacralita’ del corpo ( Gesu’ disse : distruggero’
il mio tempio e lo ricostruiro’ in tre giorni ... )
- la capacita’ di modulazione dell’energia come corrispettivo della
possibilita’ di variare l’esperienza. Le ragazze hanno imparato a
gestire l’intensita’ dell’energia da impiegare per eseguire i
movimenti : azioni lente e profonde, piuttosto che libere e di
slancio, utilizzando il peso, la spinta della terra etc... Ogni
incontro e’ diverso, non si fanno mai le stesse cose, e questo,
forse, in un universo il cui orizzonte rischia di essere cosi’ corto
e ripetitivo, e’ un ulteriore passo mosso nella direzione del
decondizionamento e del piacere.
L’ANIMA IN MOVIMENTO
Questo evento ha sede da due anni all’Arca, con 8 incontri annuali,
un sabato mattina al mese.
L’idea che siamo fatti si’ di pensiero, ma anche di anima ed
emozioni, mi ha spinto alla ricerca e all’ideazione di questa forma
integrata di terapia. Nel mio lavoro di psicoterapeuta ho constatato
che tante persone, pur avendo cognitivamente chiarito i propri
conflitti, nell’origine, nei modi e nella portata, tardavano a
raggiungere una genuina apertura verso la vita, la spontaneita’ nei
gesti, la stabilita’ nella postura.... mi sembrava che l’intensita’,
la capacita’ espressiva di cui indovinavo le potenzialita’, non si
realizzassero compiutamente....
Nel mio lavoro con gruppi con disagio nelle scuole, negli istituti,
oppure nei corsi di formazione per insegnanti, ho verificato i danni
dell’assenza di un approccio olistico. Cosi’ come ho visto che le
patologie dell’affettivita’ possono esprimersi nell’autodistruttivita’,
in forme di discriminazione sociale, di razzismo, di ingiustizie....
fino al “relativismo etico” , la giustificazione di azioni infami
tramite ragionamenti e razionalizzazioni. Il relativismo etico, come
l’ideologia, nascono dalla dissociazione affettivo-motoria e
ideo-motoria, che creano dissociazione tra affettivita’ e pensiero
astratto. Una risposta e’ la connessione al proprio corpo, che si
definisce come “sensibilita’”. Questo porta a percepire l’altro come
parte di noi, parte della natura, parte del cosmo. In tale
connessione ed interdipendenza, e’ impossibile concepire azioni
lesive verso un altro individuo o verso l’ambiente. L’Anima in
Movimento si prefigge di diventare un percorso possibile verso
questa direzione.
Che cosa succede in un incontro di A i M ? E’ difficile dire. E’
difficile prevedere, ingabbiare le molteplici possibilita’ di
direzione, di disegno che l’ energia del gruppo puo’ prendere.
E’ difficile dire perche’ l’atmosfera che si crea e’ di una densita’
particolare, e consente scambi, movimenti interiori ed esteriori che
difficilmente sarebbero concepibili fuori. / e questa e’ la grande
distanza che ci separa , noi opertori delle scienze umane, da chi si
sente invece parte del mondo delle cosiddette scienze esatte. Noi
non traiamo conclusioni matematiche - noi non siamo capaci di
statistiche. Noi viviamo l’attimo in cui un fenomeno accade, senza
fotografarlo, e di certo, dando ragione ad Heisenberg, esso accade
perche’ ci siamo noi. Non accadrebbe se noi non fossimo li’ a
crederci, a sostenerlo, ad esserne parte, a risuonare con esso, e
con gli altri che ne fanno parte. / fatta questa parentesi, nella
quale mi perderei volentieri insieme a voi ma ora non si puo’
quello che succede e’ che si cerca di creare una possibilita’ di
sospensione di giudizio verso cio’ che accade, dentro e fuori, a se’
e all’altro / ed e’ LI’ che cominciano ad accadere delle cose.
Lasciarsi andare a cio’ che si E’, a cio’ che E’, rende possibile
alla persona di riconnettersi con le sue piu’ autentiche forze
vitali, quelle che poi regolano la vita dell’individuo, dei gruppi,
dell’universo.
Dopo una distensione profonda, visualizzazioni e respiro, in cui
l’obbiettivo e’ di interrompere la tirannia dell’amigdala, i
meccanicismi del corpo, decondizionandoci dalla percezione dei
propri limiti, i partecipanti acqusiscono un approccio nuovo alla
propria fisicita’, alla propria possibilita’ di movimento, che si
amplia sensibilmente. Le onde cerebrali alfa, che si raggiungono con
l’applicazione di tali pratiche, permettono infatti la connessione
con uno stato di forte potenzialita’ del Se’, permettono di
riacquisire abilita’ che si credevano dimenticate, di ricordare
momenti importanti della propria vita... Si inaugura dunque una
nuova modalita’ di rapportarsi al proprio corpo, al corpo
dell’altro, e questo libera nuove sequenze di azioni ed interazioni.
Si sperimentano posture connesse a stati d’animo - e qui Donatella e
Margherita
ci aiutano a vedere cio’ che
altrimenti è difficile immaginare
chiusura, come depressione, fa si che il sangue raggiunga il
cervello così poco ossigenato da render faticoso qualunque
intervento sulla realta’ che ci circonda . La chiusura può
esser una fase di raccoglimento, e in questo caso e’
diverso dalla contrazione, che rischia di fissarsi sulla
postura rimanendo cronica.....
e invece l’apertura, come disponibilita’ verso l’esterno, verso
l’altro, che è possibile così incontrare davvero....il respiro che
circola libero....libero scambio fra dentro e fuori......
radicamento : la connessione con la terra, con le proprie radici,
dovrebbe essere un evento scontato, e invece non lo e’, ce ne
dimentichiamo, veniamo trascinati su altri territori perdendo il
nutrimento e la sicurezza che da’ la consapevolezza di questo
contatto primario e vitale. Solo a partire da tale contatto e’
possibile
l’elevazione : come una pianta che sia profondamente ancorata alla
terra tramite le radici - che l’occhio non e’ abituato a vedere, la
mente non e’ avvezza a considerare - l’uomo radicato ha la
possibilita’ di elevarsi verso il cielo, che e’ il Padre se la Terra
e’ la madre.... cosi’, l’uomo che sia sicuro della sua appartenenza
alla terra, che poggi sicuro sulle sue certezze di base, puo’
permettersi di realizzare le proprie aspirazioni, di elevarsi verso
ideali piu’ alti, di contattare l’aspetto spirituale....
e allora si aprono le porte sulla dimensione della
sospensione : un momento estatico che rappresenta la sfida
all’ordine delle leggi naturali; la sorpresa , il non - giudizio ,
la decisione che non e’ stata ancora presa , la direzione che non e’
stata ancora presa ......
equilibrio - squilibrio : anche l’equilibrio ha come presupposto
imprescindibile il grounding, che e’ tenuto su una minima parte del
corpo, la pianta di un piede per esempio. Il gioco fra eq e squil
avviene piu’ e piu’ volte quotidianamente, nel corpo e nella psiche
; e’ un gioco fra la forza di gravita’ e la forza di levita’, che
assecondiamo per perfezionare, anche a livello psicologico e
spirituale, la nostra capacita’ di lavorare con queste diverse
energie; la nostra capacita’ di tenderci, come un arcobaleno, fra la
terra e il cielo.
la caduta . Anche qui, il ritorno, consapevole, alla terra. Come
“cedimento” alla forza di gravita’, quando siamo stanchi di
resisterle ; come “ricarica”, tornare alla terra per ricaricarsi
della sua energia, che e’ una delle nostre matrici; o, ancora, la
caduta come “fallimento “ . Nel nostro lavoro sperimentiamo spesso
questo elemento, a coppie, in gruppo.... con attenzione e coscienza
sensibile.
lo slancio . La forza della spinta emotiva su un’azione ; la prova
dell’intensita’ della motivazione, e della sua efficacia. Lo slancio
e’ un’energia supplementare, che consente azioni che, diversamente,
non sarebbero realizzabili. Nello slancio vero, l’apertura del corpo
e’ totale.
dare il peso dare il sostegno
prendere il peso ricevere sostegno e sentire come si vive l’evento
dell’affidare all’altro il proprio peso, di tenere il peso
dell’altro; c ome sto mentre l’altro si affida a me; quanto, si
affida a me ; quanto dell’altro riesco a sostenere. Si sperimentano
appoggi di cui non si sospettava l’esistenza; e tutto questo diventa
un gioco...
la vibrazione , retaggio delle danze tribali, e’ uno stato simile
alla trance, uno stato di comunicazione tra microcosmo e
macrocosmo...
Nell’ A i M spesso visualizziamo il percorso dell’energia cinetica,
per rendersi consapevoli di quale sia la parte del corpo, da cui
parte il movimento.
Per esempio,
i movimenti centripeti, che dalla periferia, o dalle mani, finiscono
nel centro del corpo, esprimono una sorta di ripiegamento su se
stessi,
mentre
i movimenti centrifughi significano aprirsi all’esperienza,
affrontare il mondo che ci circonda;
i mov in altezza indicano gioia e vittoria, cosi’ come le flessioni
indietro sono sinonimo di apertrura e dono di se’
si lavora su movimenti condizionati da un limite, scoprendo
all’interno del limite delle liberta’ insospettabili
e, soprattutto, si giunge alla scoperta della legge di risonanza,
mutuata dalla fisica quantistica. Si scopre come il nostro esserci
sia importante per il gruppo, come le qualita’ della nostra presenza
costituiscano un impulso, uno stimolo alla qualita’ della presenza
del gruppo, in una danza di influenzamenti reciproci, evolutivi,
coscienti, naturali, che fluiscono liberamente gli uni negli altri e
generano armonie davvero molto emozionanti.
La sperimentazione della Risonanza consente di estrapolare questa
legge e portarla nel vissuto quotidiano. Cio’ e’ tanto piu’
importante in questo momento storico poiche’ mai come ora e’
evidente che l’uomo, dotato di liberta’ corporea e spirituale e
sostenuto da strumenti tecnologici raffinati, diffonde nella natura
le opere che crea. Questa e’ una responsabilita’, e noi cerchiamo di
perseguire una via di educazione alla consapevolezza di questa
responsabilita’ nei confronti del mondo. E noi vediamo che chi
conosce e rispetta il proprio corpo, rispetta tutto il creato.
Dunque, se la trasformazione interiore e’ la base per generare
trasformazione sociale, il gruppo diventa un laboratorio per mettere
a punto questa rivoluzione di prospettiva : siamo NOI che creiamo la
realta’ che ci circonda. E questa consapevolezza spazza via l’alibi
della delega, ci rende capaci di trasformazioni interiori ed
esterne, ed il suo potenziale terapeutico e’ enorme.
Il feed-back dei partecipanti e’ sempre estremamente incoraggiante ;
cio’ che avviene negli incontri riesce sempre a stupirci e a
commuoverci . Le armonie, i paesaggi che si creano superano ogni
fantasia che si puo’ fare su di essi ; ed il gruppo costituisce un
sostegno forte e sostanziale , che continua ad emanare energia anche
fuori dal tempo e dallo spazio dell’ incontro.
Grazie
ELENA CAVACIOCCHI - IL MOVIMENTO FRA CORPO E ANIMA (25 05 2006)
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